Il Kamut non è una varietà di grano, è semplicemente un marchio registrato da un’azienda del Montana, USA – la Kamut International – che ha dato questo nome a una varietà di grano che in realtà si chiama khorasan, e grazie ad abili strategie di marketing, è divenuto famoso in tutto il mondo, riconosciuto come unico vero marchio di qualità! 

Il marchio è stato registrato nel 1991 con una precisa regola: solo il grano della varietà Turgidum ssp. Turanicum, coltivato da agricoltori associati, selezionati e con il seme distribuito loro dall’azienda medesima, poteva chiamarsi Kamut.

Ma, cerchiamo di fare chiarezza!

L’IMBROGLIO DEL KAMUT  Simonetta Lorigliola, ci racconta questa breve ma intensa storiella…

<< C’era una volta, nel 1949, un baldo aviatore americano, Earl Dedman, in servizio in Portogallo. Venne in possesso di 32 chicchi di un grano senza nome che gli dissero provenire da una tomba egizia. Li spedì come regalo al padre, agricoltore nel Montana che prese la zappa e li piantò; crebbero le piante, ma quel grano dalla spiga lunga e dai chicchi grossi non interessava a nessuno

Tutto tacque per 30 anni quando il signor Quinn, per farla breve, fondò un’azienda che cominciò a coltivarlo e distribuirlo. Lo si vendeva raccontando la storiella d’Egitto per anni. Spacciandolo come Il grano dei faraoni: Puro, antico, incontaminato.

Risponde al desiderio del consumatore di recuperare le origini, un tempo in cui tutto era buono e naturale. Nessuno disse che i semi di grano perdono la loro capacità germinativa al massimo dopo 10-20 anni. Altro che faraoni.

La storiella si rivela quasi del tutto inventata e, dopo più di 30 anni, perfino la Kamut International oggi non la utilizza più >>. 

 

Ironia della sorte, indovinate qual è il paese dove si consuma più Kamut? 

L’Italia… ovviamente! Assorbendo circa il 50% della produzione mondiale – a detta di Dario Bressanini, autore del libro “Le bugie nel carrello!

 

 

Basta credere a queste fandonie!

 

 

Sfatiamo un mito, il khorasan è coltivato anche in Italia – in Molise soprattutto – con il nome Saragolla!

“Un’antica varietà di grano, di probabile orgine bulgara o, più verosimilmente di provenienza egiziana, coltivato per lungo tempo nelle campagne dell’antico Distretto di Larino, cedendo il passo – solo negli anni 30 – alla coltivazione del grano Senatore Cappelli

La Saragolla rossa della provincia di Campobasso, detta anche Saragoletta, si distingue da tutte le altre, per avere la cariossiade più piccola ma la semola di maggiore pasticità e qualità organolettica”. [fonte: http:www.gransannio.it]

Le sue proprietà nutritive sono pressocchè uguali a quelle del Kamut, con un’unica e semplice differenza: si tratta di una varietà di grano Khorasan prodotta nel nostro Paese, il cui costo pertanto è inferiore e, essendo prodotto in Italia, si aiuta, così come con qualsiasi altro prodotto, l’agricoltura del nostro Paese.

Detto questo, potrete capire da voi che, non può essere assolutissimamente idoneo per persone celiache, così come vogliono farci credere, e come ci conferma l’Associazione Italiana Celiachia!

Non lasciamoci trasportare dalle mode salutiste del momento, soprattutto noi italiani dobbiamo ricordaci che la nostra sana, buona e autentica dieta mediterranea è un patrimonio dell’umanità!

Vi lascio con una domanda… 

Per quale motivo dovremmo acquistare grano Kamut e suoi derivati, il cui costo poi è esorbitante, avendo in Italia qualità autoctone molto simili?

A voi le riflessioni…!

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 Il “Pane di Matrice” non smette mai di stupirci…
…tradizione dal 1966!

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